3 ottobre: tra una strage annunciata e un’altra che non dimenticheremo mai

3 ottobre: tra una strage annunciata e un’altra che non dimenticheremo mai

Quest’anno la data del 3 ottobre è doppiamente importante.


Da una parte ricordiamo per l’ottavo anno consecutivo le vittime morte in mare nel 2013, dall’altra l’ennesima strage annunciata, l’ennesimo bracciante che perde la vita, l’ennesima tragedia che poteva essere evitata e che ci lascia con un enorme vuoto: parliamo dell’ incendio nella baraccopoli di Campobello di Mazara dove perde la vita Omar, un uomo di 41 anni.

Succede all’interno del campo di migranti nell’ ex Calcestruzzi Selinunte, in provincia di Trapani. Il lavoratore di origini sub-sahariane è stato trovato morto dai vigili del fuoco. Era arrivato insieme ad altri lavoratori che, come ogni anno, si ritrovano per la raccolta delle olive. Ci teniamo a sottolineare che succede ogni anno, pertanto chi la chiama “emergenza” sta, evidentemente, sbagliando.

Queste persone lavorano in condizioni non umane, costrette ad alloggi di fortuna tra cartone, eternit e legno. “Chiediamo una sistemazione dignitosa!” questa la richiesta di chi in queste ore manifesta. Al momento dell’incendio c’erano circa 300 persone. Questa è l’ennesima strage annunciata e che poteva essere evitata. Per questo non possiamo fermarci e continuare a lottare: per far sì che non accada mai più e per evitare che ci si dimentichi di chi ha già perso la vita ingiustamente.

E così oggi ci siamo incontrati al cimitero di Mazzarino per ricordare le persone che nel 2013 hanno perso la vita a largo di Lampedusa: qui sono stati seppelliti anche dei minori a cui è stato reso omaggio da altri bambini e bambine con disegni, fiori e musica; poi, in Piazza Falcone Borsellino a Caltanissetta, ci siamo uniti alla società civile e all’associazione Onde Donneinmovimento per dimostrare, muniti e munite di fiori rossi e resistenti, la nostra vicinanza a Mimmo Lucano a pochi giorni dalla vergognosa condanna di cui vi abbiamo già parlato qui.

Quindi, oggi più che mai la Giornata dell’Accoglienza e della Memoria diventa importante. Perché quando la Solidarietà diventa reato, abbiamo il dovere di dire la nostra.